Giustizia Sociale
Comitato di solidarietà in difesa dei
cittadini più deboli e dei loro diritti sanciti dalla Costituzione Italiana
La giustizia sociale trae le proprie origini dalla morale cristiana. Nella storia si è affacciata con la Rivoluzione francese e la nascita dello Stato moderno. La giustizia sociale si occupa delle difficoltà che i cittadini incontrano nel mondo del lavoro, dell’istruzione, dell'assistenza sanitaria e dei bisogni economici, adottando le misure necessarie per esaminare, affrontare e rimuovere quelle difficoltà. La negazione totale della giustizia sociale è la guerra. In tempo di pace ci pensa l'indifferenza, insieme al disconoscimento della crisi climatica ed ecologica: a vantaggio di chi fa politica e impresa congiuntamente. Nell'imprenditoria la giustizia sociale non è contemplata.
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Giustizia Sociale
nasce da un'esigenza che in Italia è diventata sempre più impellente:
informare le persone meno abbienti sui loro diritti costituzionali - mai
rispettati dai cosiddetti rappresentanti del popolo - per vivere una vita
dignitosa e senza discriminazioni o pregiudizi. In tal senso tutti i Governi
italiani hanno fallito miseramente, tant'è vero che la miseria nel nostro
Paese,
pandemia o non-pandemia, è aumentata.
Non quella dei governanti, ovviamente, che hanno pensato
solo all'aumento delle loro indennità: cresciute insieme alle
loro indegnità. I vari Presidenti del Consiglio, della Repubblica, delle
Camere, ecc. che si sono riempiti la bocca di diritti, doveri, equità,
uguaglianze, Educazione civica da insegnare nelle scuole e ipocrisie analoghe, sappiano che
chiedere ai cittadini, agli studenti, alle nuove generazioni di rispettare
le regole, quando dall'alto arriva l'esempio opposto (qual è appunto la
costante demolizione della Costituzione o la sua vandalizzazione attraverso
tentativi scellerati di revisione), è come invitare gli stessi cittadini a
non andare a votare, perché nella nostra democrazia gli elettori non contano.
Ed è questo infatti il risultato che i "signori del Palazzo" hanno ottenuto
(pur fingendo di esserne rammaricati), dopo aver sottomesso l'Italia
all'Europa e trasformato la democrazia in
mediocrazia, o meglio nello
strapotere dei media e in particolare della tv
commercial-ripugnante che conosciamo, compresa quella pubblica che si è
appiattita sulla prima, scadendo in qualità e contenuti. Tv che orienta e
determina tutto e genera elettori-mostri narcotizzati o lobotomizzati. Lo
sfogatoio e contentino dei
social
che scimmiottano la televisione del
dolore, della violenza, dell'insulto, delle sconcezze, delle
fake-news, ne
è la testimonianza. Partendo da tali presupposti, dunque,
Giustizia Sociale
si
pone l'obiettivo di segnalare qualsiasi violazione costituzionale messa in
atto da chi dovrebbe amministrare il Paese, e pensa invece ad amministrare
il proprio conto in banca e quello dei parenti, degli amici e dei
"fratelli", e ad occupare poltrone su poltrone: un po' per il potere fine a
sé stesso, un po' per vanità, un po' per quel
modus operandi mafioso che
nella nostra nazione spopola. Ad esso si è affiancato, da qualche decennio,
il modus
operandi
berlusconiano: anello di
congiunzione tra
massoneria (la loggia alla quale era
iscritto Berlusconi si chiamava P2) e Cosa nostra,
foraggiata sempre dal "Cavoliere".
E purtroppo perdurerà anche dopo il suo estremo saluto,
grazie ai "berluscloni" che gli hanno retto
il gioco con il tipico servilismo dei lacchè e un'autocensura giornalistica
senza precedenti. Il berlusconismo e la "berlusclonazione" forse saranno sradicati con anni di
battaglie, denunce e sacrifici. Ma non sarà possibile senza la
collaborazione di tutti gli uomini di sani principi e di buona volontà,
compresi diversi esponenti della Chiesa cattolica che finora sono sembrati
accondiscendenti o silenti.
Giustizia Sociale
vuole essere la rivalsa contro coloro che hanno
tradito l'Italia e la Costituzione, calpestando e distruggendo tutto ciò che
i nostri Padri ci avevano insegnato ad amare; e vuole pure
essere memoria storica e strumento
per ribellarsi ai traditori e sbattere loro in faccia le nefandezze che
hanno compiuto o avvalorato "in nome del popolo italiano"
mai
rappresentato. Siete tutti invitati a partecipare, ma solo
tramite posta elettronica: prof.giovanni.panunzio[at]pec.it (riceve anche
mail ordinarie).
Qui i
social
sono banditi. La giustizia da
social infatti è
tutt'altra cosa: gogna, vendetta, invidia, turpiloquio, bullismo, aggressività
di genere, razzismo
e negazionismo climatico. Figlie e figli del filogovernativo
divide et impera,
in barba alle
radici giudaico-cristiane d'Europa: tanto osannate, quanto mai
esistite; come perfino l'invasione russa dell'Ucraina testimonia.
Articolo 1
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo... e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
La realtà in un clicArticolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali, sociali.
Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che lo rendano effettivo. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo... la propria scelta, un'attività o funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Articolo 10
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Continua...
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